Come (purtroppo) spesso capita per gli strumenti di politica fiscale, un istituto – il contraddittorio preventivo all’emissione dell’accertamento, nel new look dal 1° luglio – potenzialmente carico di prospettive interessanti per la fluidità del rapporto Fisco- Contribuenti, rischia di avere un grande avvenire dietro le spalle.
Il decreto c.d. Crescita – il n. 34/2019 – ha introdotto un obbligo, quasi generalizzato, di contraddittorio preventivo, stabilendo che, in ipotesi di mancato accordo, l’Agenzia debba fornire una “motivazione rafforzata”.